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L'oro digitale. I Bitcoin nell'era della disinformazione - Dario Maggioli

 

L’oro digitale. I Bitcoin nell’era della disinformazione

Arriva tua moglie o tua madre e: “Ma alla fine, che so’ sti Bitcoin?”

Se stai nell’ambito o hai iniziato da poco la tua attività di investitore, sarà capitato anche a te. Ne sono certo.

E la domanda ti prende in contropiede. Il tuo cervello rettiliano, quello più antico e deputato alla sopravvivenza, ti dice: “Lascia stare, non sai neanche da dove iniziare a parlare, da dove inizi?! Non ti avventurare in una spiegazione senza fine.”

E mentre stai per mollare ancora prima di iniziare, arriva lui. Arriva il cervello logico. Lui che la sa lunga, l’edotto. Qualla parte di noi che vuole un mondo migliore di come lo abbiamo preso in prestito e ti dice: “Ora tocca a te. Spiegagli in modo semplice i Bitcoin, Etherum, Ripple…e poi Blockchain, criptovalute, miners, farm. Se non lo fai tu lo faranno i telegiornali.

E proprio qui ho detto: “No, i telegiornali no! Non posso lasciare mia moglie e mia madre in balia della disinformazione”.

Ho preso coraggio e ho dato la mia interpretazione, semplice lo spero, del settore più chiacchierato degli ultimi mesi.

Trasferibile, non duplicabile e scarso: l’oro digitale

Per capire meglio cos’è il Bitcoin, è molto più illuminante se si coglie il fatto che per la prima volta in ambito digitale abbiamo un bene che è trasferibile ma non duplicabile e siccome è anche scarso in quantità, sostanzialmente si presta ad essere l’equivalente digitale dell’oro.

Sappiamo qual è stato il ruolo storico dell’oro fisico nella civilizzazione e nella storia della moneta e nella finanza, possiamo intuire allora quanto dirompente potrebbe essere l’equivalente digitale dell’oro in una civilizzazione digitale come la nostra.

Le transazioni dei bitcoin sono in peer to peer (“da computer a computer”), e gli scambi valuta Euro contro valuta Bitcoin sono svolti da appositi exchange regolati, attori necessari allo scambio di valute (come quelli che troviamo in aeroporto,solo che quest’ultimi sono online).

Gli exchange seri hanno regolari licenze in Lussemburgo, Londra, Irlanda piuttosto che a Malta, si occuopano anche dell’identificazione dei soggetti e prendono atto di tutte le misure di antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo.

L’exchange più famoso e, che uso anche io, è Binance.

Poi, come per i nostri contanti di carta esisistono dei “portafogli” online, sicuri e comodi da utilizzare, necessari a possedere le nostre criptovalute per poi spenderle a nostro piacimento. Sono i famosi wallet.

Io utilizzo da tempo sia Coinbase che Spectrocoin per possedere criptovalute e per cambiare valuta FIAT (euro, dollaro) in CRIPTOVALUTA (Bitcoin, Etherum, Litcoin, etc) in attesa di un aumento di valore sempre maggiore, un po’ come se detenessi oro in una cassetta della banca.

Chi batte moneta?

Farm “estrazione” Bitcoin

Inoltre questa storia per cui non si sa chi li emette, i Bitcoin intendo, è fortemente grossolana e questo la dice la dice lunga della disinformazione che c’è sul tema Bitcoin, anche giustamente direi.

Lo so. Ora ti starai domandando. Chi ha preso i primi soldi dai cambi di questa nuova moneta?

I primi soldi su questa moneta non li ha presi nessuno. L’inventore dei Bitcoin, Satoshi Nakamoto (ancora oggi c’è molto mistero su questa figura, più che una persona sola un gruppo di studenti), ha creato un protocollo informatico le cui regole non sono manipolabili da alcuno e, tramite algoritmi e crittografie emette nuovi Bitcoin a vantaggio di chi valida le transazioni della rete.

Questi validatori, sono chiamati minatori, perché è un po’ come se scavassero dalle viscere di internet questo nuovo oro digitale.

Proprio come loro fisico ognuno può tenerserlo, può scambiarlo per altri beni come per esempio per Euro, per Dollari o per servizi oppure può trasferirlo o regalarlo a qualcun altro.

E’ proprio la similitudine con l’oro fisico che ben rende la natura di Bitcoin.

Un po’ come la corsa all’oro della California del 1849, il Bitcoin non è una bolla speculativa, è eventualmente una confusa, disordinata, magari a tratti anche pericolosa ma irrefrenabile nuova corsa all’oro.

E’ una bolla come i bubli di tulipani?

Lo so. Ora stai pensando alla speculazione dei bulbi dei tulipani olandesi del 1636. Vero? E’ un paragone che viene spesso fatto quando si parla di bolla speculativa.

In realtà io lo trovo intellettualmente mortificante, perché paragonare un fenomeno che è durato pochi mesi con un fenomeno che dura da nove anni, quello dei Bitcoin, durante l’economia globale dell’informazione del 2017 è veramente intellettualmente miserevole.

Sono certo che il paragone con la moneta come la conosciamo noi è difficile da sostenere. Pensare ad una moneta non collegata alle riserve d’oro possedute dalle banche centrali da l’idea di poco solidità.

Ma questo disagio mi ricorda moltissimo il disagio di mio papà, e dei suoi colleghi, di fronte alla posta elettronica. Nel 1992 sostenevano che non sarebbe mai stata in grado di sostituire la raccomandata con ricevuta di ritorno oppure certa nostalgia di chi ama sentire la musica su vinile o leggere libri su carta.

Ma oggi sappiamo che non è affatto vero che la musica liquida su MP3 o i libri su un ebook non siano libri o non siano musica.

Alla stessa maniera loro digitale è oro in maniera altrettanto verosimile quanto lo è l’oro fisico. Si tratta di avere l’umiltà di studiare e capire come questa cosa sia possibile, se sia possibile, perché la sostenibilità dell’esperimento ovviamente è ancora tutta da dimostrare.

Diciamoci chiaramente, però, che sono nove anni e un valore economico di oltre 300 miliardi di dollari, ad oggi.

E per i più curiosi c’è anche una taglia per chiunque craccasse Bitcoin. Costui potrebbe trarre un grande vantaggio economico o un grande vantaggio reputazionale ma nessuno è riuscito a farlo.

Bitcoin e mafia

Normalmente a questo punto arriva la delicata questione della tracciabilità delle criptovalute e dei problemi collegati alla criminalità. Vero?

Certamente ci sono questi rischi, così come ci sono questi rischi per quello che riguarda il Dollaro e l’Euro, infatti le monete FIAT (come $ e €) permettono forme di pagamento non tracciabili come i pagamenti in contanti. Non per questo pensiamo di bandire o di rendere illegale tutto il contante circolante, vero?

Le transazioni dei Bitcoin avvengono sul registro pubblico, chiamato Blockchain, che è ispezionabile da tutti e, anche se non attribuisce l’identificazione personale, lascia una scia elettronica indelebile che facilita moltissimo la tracciatura e le indagini rispetto all’oro fisico, ai diamanti o al contante.

Meglio una moneta controllata dai Governi o una moneta di tutti?

 

Le maggiori criptovalute oltre a Bicoin

E se anche, come taluni pensano, non esiste un controllo centrale della moneta, trovo che è assolutamente irragionevole ed implausibile che noi consideriamo oggi il monopolio governativo della moneta, come qualcosa di ineliminabile.

Certamente è un monopolio ovviamente che per millenni è stato il miglior compromesso ma se oggi dovessimo scoprire che le comunità possono dotarsi di una moneta senza l’imprinting dell’imperatore Cesare, beh questo è qualcosa a cui dobbiamo guardare con una certa attenzione.

E quando mi chiedono un consilglio per investire in Bitcoin, o sulle altre criptovalute in forte crescita, rispondo che la migliore maniera per investire è conoscere. Il mercato delle criptovalute è tutto da scoprire e nello stesso modo in cui si può guadagnare molto, si può altrettanto perdere tanto. Il trucco? Essere formati.

Esistono libri, corsi in aula e molti, anzi moltissimi, contenuti in rete. Io ho scelto di formarmi in una maniera più dinamica. Se vuoi seguire il mio stesso percorso di apprendimento, che mi sta portando a fare circa il 20% di profitto su ogni operazione, segui questo webinar gratuito e buon investimento!

4.000€ investiti in Bitcoin nel 2010 oggi valgono 400 MILIONI di Euro

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